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Il
lonzino di fico della Vallesina

Anche il Leopardi in una lettera spedita da Bologna a Recanati
nel febbraio dei 1826, chiede al padre di "tenere da parte
i fichi marchigiani che tanto successo hanno avuto nella città
emiliana". E non erano certo fichi freschi ma confezionati
a lonzetta.
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Della lonza questa preparazione ha solo il
nome. Un tempo nelle campagne marchigiane si coltivavano fichi
in gran quantità e abbondanza e i contadini si davano
un gran da fare per conservarli. Uno dei metodi fu proprio questo
salamino preparato con fichi fatti asciugare al sole, macinati,
impastato con anice, mandorle e noci tritate, avvolto in foglie
di fico e legato con filo di lana.
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